29 Novembre 2022

La Pezzoli Biancheria è tra i pionieri del Centergross.

Una azienda di famiglia dove oggi lavora anche la terza generazione.

Sara Martinelli partiamo dalla storia dell’azienda Pezzoli, due generazioni a confronto: cos’è cambiato dalle origini?

E’ cambiato molto rispetto alle origini, perché adesso anche il tessile casa vive dei cambiamenti a seconda del delle mode. Una volta era tradizione avere in casa il corredo; adesso dobbiamo colpire il cliente finale cercando di offrire tutte le volte degli spunti per cambiare un completo letto o rinnovare un po’ la casa seguendo le tendenze del momento. Il periodo del Covid per noi è stato, nella sfortuna di quel momento, anche un momento positivo, perché la gente ha riscoperto la casa. Sembra strano a dirsi, ma è così: durante la pandemia le persone hanno rinnovato lenzuola, coperte, tovaglie, tutto quello che riguarda il tessile casa. Abbiamo avuto un anno per noi molto positivo, che non si vedeva da diversi anni



Piero Martinelli, si immaginava l’evolversi dell’azienda così?

Assolutamente no. Per noi era molto più facile, perché non c’era questa esigenza di creare il prodotto moda. Allora si vendevano le pezze di tela bianca a metraggio che la donna usava per farsi le lenzuola. Siamo stati tra i primi a introdurre i prodotti Bassetti con le prime stampe, rigoni o pois, che è stato un evento straordinario perché prima si vendevano solo lenzuola bianche. 
Poi è subentrata la trapunta, la coperta imbottita. Anche questa con i vari disegni, mentre prima si vendevano solo coperte di lana di misto lana. Sono cambiati un po’ tutti gli articoli. Fortunatamente ci sono i giovani che capiscono le esigenze del momento, perché bisogna seguire la moda anche nelle lenzuola, nelle trapunte, nel piumino, nel copri piumino.

 

Sara Martinelli come utilizzate i Social?

Noi pubblichiamo giornalmente foto di nostri articoli. Non abbiamo la vendita online diretta, ma pubblichiamo queste foto e molte volte si vendono esattamente gli articoli che vengono pubblicati online in quel giorno. 
Quindi la gente, nonostante continui a venire in magazzino, quando gli articoli sono pubblicati online, vengono visti sotto un altro aspetto e sembrano cose quasi più nuove.

 

Quindi questo aspetto social e digitalizzazione sono importanti per voi ?

Sì, molto e anche i nostri acquisti sono influenzati dai social, perché molte volte facciamo acquisti in funzione di disegni particolari che possono essere pubblicizzati, che possano avere un riscontro proprio online. La gente probabilmente ha cominciato a usare molto di più il social e quindi vede, guarda sui social cosa funziona, cosa piace e cosa no. E c’è questo trend di tendenze che vengono amplificate dai social.


Anche lei Piero Martinelli dunque è soddisfatto?


Abbiamo creato uno studio fotografico, sono loro che fotografano: le figlie e una nipote, che è già in azienda. Si impegnano per mettere in mostra questi nuovi disegni, questi nuovi articoli, e otteniamo un certo riscontro. Con il nuovo sistema di vendita e di pubblicità on line, abbiamo ampliato il nostro bacino d’utenza: mentre inizialmente era limitato all’Emilia Romagna, oggi arrivano clienti anche dalla Sicilia o dall’Alto Adige, per cui questo è un grosso vantaggio.

Sara Martinelli chi sono i vostri clienti?

Abbiamo un bacino abbastanza grande perché vendiamo sia ad ambulanti che ai negozianti e alla grande distribuzione. Teniamo articoli di medio e anche un po’ più alto livello di qualità, a seconda del consumatore finale. Il cliente di oggi viene al Centergross per noi, per visitarci, per vedere gli ultimi arrivi. A questo ci teniamo molto, ad avere sempre l’articolo nuovo, fresco, oltre agli articoli che teniamo fissi. Perché come dicevamo prima, anche nel tessile casa adesso è importante avere sempre la novità di tendenza.

 

Come è fare l’imprenditrice oggi?

È molto difficile sinceramente, perché ogni giorno ci sono tanti problemi da dover superare. Sta diventando complicata la vendita. Anche solo l’acquisizione della merce: perché uno può farsi delle idee, di previsioni, di acquisti. Però quando un disegno piace, la previsione molte volte non è sufficiente.
E quando un disegno non piace, gli articoli rimangono a magazzino. Non c’è più la vendita dello stock a meno prezzo. Noi non riusciamo più a farle queste cose, quindi bisogna essere bravi a trovare articoli vendibili.


Piero Martinelli era più facile quando ha fondato l’azienda?

Sì, ai miei tempi era molto più facile, anche perché eravamo facilitati dal fatto che i prodotti che vendevamo erano soprattutto nazionali, prodotti in Italia. Noi veniamo dalla bergamasca e diciamo che la maggior parte degli articoli venivano prodotti dalle nostre aziende. Oggi è cambiato. Diciamo che al 70 – 80%  oggi il prodotto è di importazione. 
Per cui diventa difficile poter ripetere il prodotto a breve, perché con l’ordinazione di un prodotto che viene importato dalla Cina, non è che lo puoi avere nel giro di poche settimane. Comunque noi diamo spazio anche al made in Italy, a piccole realtà di produttori nazionali. Noi cerchiamo di dar loro il giusto spazio. Cerchiamo di collaborare il più possibile per valorizzare anche il made in Italy.

 

Voi siete stati tra i fondatori del Centergross. Il valore di far parte di questa importante realtà?  Cominciamo da lei Sara Martinelli

Diciamo che per noi il Centergross è stato un punto di partenza molto importante, perché il centro è vicino all’autostrada, allo smercio e ha facilitato i contatti.


E per lei Piero Martinelli

Sì, ci ha agevolato molto all’inizio indubbiamente. Il cliente veniva al Centergross perché aveva la possibilità, anche nel nostro settore, di poter visitare in breve tempo vari capannoni, vari fornitori, per metterli a confronto, era un mercato. Oggi nel nostro settore siamo rimasti in pochissimi.  Ai miei tempi eravamo una decina, forse anche di più. Tutti che vendevano biancheria da casa, per cui con una concorrenza spietata. Via via sono venuti meno in molti, a causa di tutti i cambiamenti che ci sono stati: se io non avessi avuto le mie figlie, anche per me sarebbe stato quasi impossibile continuare.


 

Sara Martinelli l’Italia è piena di imprese familiari. Alla fine, però, com’è lavorare in un’impresa familiare?


Siamo in azienda, tutti quanti: il papà, due sorelle, è subentrata anche mia figlia e c’è anche mio marito. Però, bene o male, ognuno si è ricavato uno spazio. Papà lascia molto spazio ultimamente. Ci ha tenuto controllate per parecchio tempo, ma adesso si fida molto delle nostre scelte. E quando abbiamo bisogno, naturalmente, c’è sempre lui a cui chiedere consiglio.