09 Febbraio 2022

Intervista a Annalisa Caruso, proprietaria del brand Ovye by Cristina Lucchi

La grande storia di una grande famiglia partita da un piccolo negozio: al lavoro la quarta generazione. Ne parliamo con Annalisa Caruso.

La vostra è una grande storia di famiglia nata da un piccolo negozio. E’ così?
Esatto, noi facevamo i mercati e facevamo riparazioni di calzature, quindi eravamo artigiani della scarpa nel modenese con il mio bisnonno. Era una grande famiglia allargata, con tanti fratelli e tanti figli maschi, in cui tutti hanno preso la strada della calzatura. Poi mio nonno ha iniziato con i negozi e con l’ingrosso, si è trasferito a Bologna e nel ’78 è stato uno dei soci fondatori del Centergross, che all’epoca era innovativo.

Come è cambiata la vostra azienda nel tempo e con quattro generazioni ?
In queste quattro generazioni abbiamo fatto un grande processo di crescita: la nostra capacità è stata quella di adeguarci ai cambiamenti del mercato in maniera veloce. Mio nonno quando aprì era distributore di aziende molto conosciute, lavorava per la grande distribuzione. Mio padre fu il primo a fare il pronto moda, che nell’abbigliamento era già in atto fin dagli anni ’80, mentre nella calzatura il cambiamento è arrivato negli anni ’90. Fare calzature nel pronto moda è molto difficile, ci sono poche aziende in Italia che lo fanno. In Italia noi siamo i più grandi che fanno pronto moda calzature, i nostri competitori hanno chiuso quasi tutti.
L’ultimo cambiamento è stato fatto nel 2007 con l’avvento del nostro marchio; prima utilizzavamo marchi terzi, dal 2007 abbiamo deciso di creare il nostro marchio: Ovyè by Cristina Lucchi, la mia mamma. Abbiamo deciso di fare un cambiamento di immagine e di proporre un prodotto sempre più modaiolo, per la ragazza dai 25 ai 50 anni, giovane, che ama cambiare look spesso.

 

Innovazione e Comunicazione sono quindi le parole d’ordine per la vostra azienda ?
La comunicazione è fondamentale, abbiamo puntato su grandi riviste internazionali, e questo significa anche adeguarsi agli standard delle riviste su cui vuoi collocarti, che richiedono un certo tipo di immagine e di investimento. Noi lavoriamo moltissimo anche con i social network, aggiungendo ad ogni ora aggiornamenti.

Il vostro mercato è sempre stato più orientato all’estero ?
Noi abbiamo iniziato con la Russia e i Paesi dell’est, poi una parentesi con la Cina e infine l’Europa: Germania, Spagna, Grecia, Austria. Il Centergross da tempo, con le sue autonomie imprenditoriali, si è organizzato con distributori all’estero e anche questo ha provocato un calo di presenze nel nostro centro. Questo calo però è dovuto anche al fatto che il modello che noi proponiamo di un grande negozio multimarca di Pronto Moda sta scomparendo all’estero. Per molte persone, comprare vedendo una foto del prodotto è normale, invece il nostro prodotto deve essere provato, visto, toccato, apprezzato per la sua qualità.

C’è la voglia di restare ancorati al Made in Italy ?
Certamente, quest’anno abbiamo un prodotto 100% Made in Italy. In passato abbiamo fatto ricorso a importazione, mantenendo però creatività e materiali italiani. Quest’anno,invece, per garantire alta qualità e un’immagine diversa, abbiamo deciso di non produrre all’estero.

Guardiamo al futuro: quali sono gli obiettivi ?
Per noi il futuro è cercare altri mercati, anche più lontani: Cina, America. Altro obiettivo è aumentare la fascia di clientela. Noi facciamo pronto moda, forse oggi è il caso di pensare anche ad un prodotto programmato, con consegna di sei mesi.

Qual è il valore aggiunto di essere al Centergross ?
Il valore aggiunto è essere insieme ai nostri competitors, fare squadra. Per chi compra, il valore aggiunto è trovare tutto in un unico luogo: scarpe, borse, accessori, abbigliamento uomo, donna. Logisticamente è un valore aggiunto essere tutti in un unico luogo perché con un solo viaggio, i negozianti trovano tutto.

C’è un consiglio che vorrebbe dare ai colleghi del Centergross ?
Il mio consiglio è di continuare a fare rete, sempre di più. Perché insieme siamo ancora più forti.