17 Novembre 2021

Intervista a Steno Tonelli – Globe Theatre

Se non è una macchina del tempo poco ci manca. Proprio così, perché vi basterà venire al Centergross e varcare la soglia del Globe Theatre per sentirvi un po’ come Marty McFly in Ritorno al Futuro: potrete infatti passare da un’epoca all’altra immergendovi in interi ambienti minuziosamente ricostruiti, oppure osservando una miriade di oggetti che cattureranno la vostra attenzione catapultandovi da un angolo all’altro della storia moderna.

Una sorta di Terra di Mezzo ammantata da una coltre di magia costruita – a partire dal ’92 – pezzo per pezzo da Steno Tonelli che, essendo scenografo e costumista, non ha dovuto fare altro che unire i puntini.

«Non mi ritengo un antiquario» spiega, standosene seduto con la sigaretta tra le dita su una delle tante poltrone Chesterfield consumate chissà dove prima di finire alle porte di Bologna, «ma piuttosto un archeologo, perché amo ricostruire le storie attraverso gli oggetti.»

Osservandone i lineamenti e le movenze, è quasi automatico pensare che un tipo così potrebbe tranquillamente stare anche davanti alla cinepresa, magari nei panni di un personaggio alla Jeb Gambardella. Ci farebbe un figurone, garantito.

Quando gli faccio notare l’oggettiva straordinarietà del suo Globe Theatre, Steno sospira per un attimo e comincia a parlarmi di San Pietroburgo dove esiste, mi dice, «un posto come questo che è stato trasformato in museo delle arti e dei mestieri del passato». Pausa, altro sospiro, stavolta più profondo: «quello è un esempio di come si dovrebbe valorizzare la cultura, cosa in cui noi italiani dimostriamo di essere davvero poco capaci.»

Basta guardarsi intorno per rendersi conto che, con i milioni di oggetti presenti tra le mura del Globe Theatre, sarebbe possibile farne almeno una decina, di musei.

Nell’attesa che qualcheduno sensibile al tema ne comprenda le potenzialità, il Globe Theatre continua a essere il punto di riferimento per collezionisti che arrivano da ogni parte del mondo ma non soltanto: infatti vengono anche noleggiate le scenografie per gli eventi più disparati, dai matrimoni alle sfilate di moda, o per fiere come Pitti.

«Lavoriamo con alcuni dei brand più importanti del food o del luxury a livello mondiale», racconta orgoglioso Steno, «Gucci, giusto per fare un nome, ci ha chiesto diversi pezzi per allestire il suo museo, mentre a Moncler abbiamo arredato diversi negozi.»

Già, la moda. Alla fine, gira che ti rigira al Centergross c’entra sempre. «Il Globe Theatre è nato per caso», spiega Steno, «negli anni Settanta fui tra i primissimi a vendere abbigliamento vintage, poi è nata la passione per gli oggetti e in breve tempo ha preso il sopravvento su tutto il resto, diventando la mia attività primaria.»

Dopo tanti anni, il sogno di Steno è quello di mettere i preziosissimi oggetti scovati nel corso della sua vita a disposizione di tutti: «se qualche assessore o ministro dovesse chiamarmi per farne un museo sarei certamente felice di mettermi a disposizione» dice, prima di alzarsi dalla sua poltrona per raggiungere i restauratori che stanno lavorando al recupero di alcuni dei suoi preziosissimi oggetti.